La sera del 29 maggio 1453 cadeva Costantinopoli per mano dei turchi capeggiati da Mehmet II.
Questo è l’avvenimento storico che fa da sfondo al bellissimo libro di Silvia Ronchey “L’enigma di Piero” dove la scrittrice, partendo dal dipinto di Piero della Francesca “La Flagellazione”, riesce a ricostruire e a ricreare le complesse vicende e gli intricati rapporti tra Oriente e Occidente nel XV secolo.
Il famoso dipinto viene interpretato tenendo conto dello scenario politico sociale del tempo ovvero come l’ultimo disperato grido d’aiuto da parte del mondo bizantino di salvare la cristianità e la cultura orientale (flagellata). Il grande personaggio intellettuale greco che tentò questa missione impossibile era il Cardinale Giovanni Bessarione (il personaggio a sinistra con mantello rosso, nel dipinto di Piero). Nonostante le sue grandi abilità diplomatiche e la sua eloquenza, non riuscì a sottrarre Costantinopoli al mondo islamico ma sentì la necessità di formare una biblioteca che salvaguardasse la sopravvivenza della civiltà greca e bizantina. Riuscì così ad acquistare, o a far copiare, la maggior parte dei capolavori della grecità antica. Regalando gli antichi manoscritti della cultura greca a quella che oggi è la Biblioteca Marciana di Venezia si preoccupò di trovare per la sua preziosa collezione un rifugio sicuro e un luogo dove le due culture, greca e latina, potessero dialogare.
Venezia, negli intenti del Bessarione, avrebbe dovuto costituire il baluardo contro il Turco, un porto sicuro per quel mondo bizantino del quale si sentiva erede, mentre auspicava che divenisse anche luogo di incontro e di dialogo tra le culture.
Questi testi saranno fondamentali per la cultura rinascimentale europea.
Il Cardinale Bessarione morirà a Ravenna il 18 Novembre 1472, di febbre secondo i più, avvelenato secondo altri. È spontaneo chiedersi come mai la morte di un umanista tanto illustre non sia mai stata citata in nessuna guida o testo sulla storia di Ravenna.
Sappiamo poco della sua permanenza nella nostra città; fu sicuramente commendatario dell’Abbazia di San Giovanni Evangelista, la sua morte avvenne probabilmente in questa Abbazia dove fu inizialmente sepolto prima di essere trasferito a Roma dove riposa nella Basilica dell’ordine francescano dei Santissimi XII Apostoli.
La Biblioteca Classense di Ravenna conserva un Codice Bessarioneo che non è presente alla Biblioteca Marciana di Venezia: si tratta del manoscritto 210 che contiene i due libri dei “Moralia ad Nicomacum”, i sette “Ad Eudemium” di Aristotele e un’antologia di epigrammi.
Post a cura di Rita Giovanna Monari
Peccato per la storia umana, che questo personaggio, non si considera ancora oggi quello che effettivamente ha offerto la sua vita per la “sveglia” mentale del rinascimento italiano, la cultura Italiana e la città di Bologna, alla quale ha praticamente “donnato” l’Università…… I Bolognesi indicano San Petronio come “Patrono” ma HANNO QUASI DIMENTICATO:::::::BESSARIONE………. PECCATO……. Nessuno oggi, ricorda il saggio amministratore, che ha donato questa città di tante cose…… Abito in questa città dal 1955 e non ho mai sentito citare nessuno Bessarione ……. Penso che bisogne….. svegliare i Bolognesi, che qualcuno gli devi dire cosa ha fato Bessarione…… PER BOLOGNA….. Peccato anche per me, che sono venuto a conoscenza di tanti fati solo a 80 anni…….. Penso, che in futuro userò tutti i mezzi per divulgare questa mia scoperta…… IK,
Grazie per quanto ha scritto.
Grazie a Lei per il commento.