Tre grandi iniziali, 115 scene sui bas de page raffigurate dentro a scomparti rettangolari con cornice dorata e un’infinità di capilettere colorate – quelle che aprono ogni terzina – conferiscono al manoscritto una ricchezza visiva e uno sfarzo senza paragone con altri codici danteschi.
Bisogna considerare inoltre che ci troviamo di fronte a uno dei pochi codici che illustrano in modo esauriente le tre cantiche del poema dantesco e lo fanno spesso mediante immagini originali imparagonabili al vasto corpus iconografico della Commedia. Insomma, si tratta di un vero e proprio manoscritto di lusso. Un codice degno delle preferenze e dei gusti di Alfonso di Aragona (1398-1458), il monarca per il quale fu concepito, probabilmente poco dopo la conquista del Regno di Napoli nel 1442 – come si deduce dallo stemma reale raffigurato in maniera sfarzosa sul foglio iniziale e dove si osservano i segni identificativi dei regni che il monarca rivendicava per sé.
La ricchezza visiva del codice gli conferisce un valore innegabile come oggetto, aldilà dell’opera letteraria che contiene. Non c’è dubbio che si tratti di uno dei manoscritti più sofisticati dell’eccellente biblioteca radunata da Alfonso a Napoli; una collezione caratterizzata sia dalla varietà dei titoli come dalla bellezza delle rilegature, la calligrafia e, certamente, le illustrazioni di molti dei suoi volumi: il sovrano voleva possedere molti libri e, in particolar modo, libri belli.
Il carattere quasi fantastico di questo manoscritto è dovuto all’intervento di due miniatori senesi di stili molto diversi ma che avrebbero lavorato fra il 1442 e il 1450. Il primo, autore delle illustrazioni delle prime due cantiche e dell’iniziale del Paradiso, produce composizioni drammatiche, rudi e aspre, dominate da un senso cromatico violento. Oggetto di una discussione fino ad ora sterile, le proposte di identificazione di questo miniatore sono state tante e così diverse (da Lorenzo Vecchietta a Priamo della Quercia, da Domenico Veneziano a Leonardo da Besozzo) che è preferibile la denominazione di “Maestro della Commedia Yates Thompson” proposta da Milvia Bollati. Più sicura invece è l’attribuzione a Giovanni di Paolo delle illustrazioni del Paradiso, caratterizzate da un elegante e fine disegno delle figure umane, abitanti di certi paesaggi anti-naturalistici, aperti e luminosi al punto da trasportarci in una sorta di illusione fiabesca. Ed è proprio per via della presenza di questi due maestri che il libro offre certe atmosfere contrastate.
Questa lunga premessa per parlarvi di un sorprendente progetto, tutto italiano, che ha come protagonista il famoso manoscritto Yates Thompson sviluppato dal team CAMERANEBBIA, intitolato “COMEDIA”.
CAMERANEBBIA è un gruppo di brillanti e audaci giovani menti creative, che rispondono ai nomi di Matteo, Marco e Lorenzo che, da oltre 10 anni, lavorano insieme per realizzare exhibit interattivi e immersivi, prevalentemente in ambito museale, al servizio dell’arte e della divulgazione culturale e scientifica.
Collaborano e hanno collaborato, ad esempio, con l‘INFN, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, cercando di semplificare il più possibile temi e soggetti che, per loro natura, sono difficili da spiegare e di conseguenza da assimilare e, quindi, attraverso delle metafore interattive, cercano di avvicinare il pubblico ad argomenti che facili non sono, se non per gli addetti ai lavori.
Come sostiene Matteo Cellini: “Le cose devono passare prima dallo stomaco e poi arrivare al cervello per essere davvero comprese e, magari, anche apprezzate”.
Matteo si occupa, in particolare, delle immagini e del photo editing, Marco della progettazione tecnica e tecnologica, mentre Luca è lo sviluppatore dei software. È stata, probabilmente, la passione comune per l’arte e la comunicazione ad averli uniti in questa attività provenendo da studi non prettamente legati all’informatica o al digitale.
Amano definirsi “artigiani” delle arti visuali, della grafica e dell’animazione, infatti si sono conosciuti e formati presso STUDIOAZZURRO il noto laboratorio di ricerca artistica, fondato nel lontano 1982 da Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi, a cui si è poi aggiunto, Stefano Roveda, capace negli anni di dar vita a un’esperienza che ha esplorato le possibilità poetiche ed espressive dei nuovi linguaggi tecnologici. Un laboratorio paragonato, dagli stessi fondatori, a una vera e propria “bottega rinascimentale” perché negli anni si è avvalso di tanti contributi e importanti collaborazioni ognuna delle quali ha lasciato una traccia indelebile.
Con “COMEDIA” l’intento delle menti creative di CAMERANEBBIA è stato quello di realizzare una installazione che si proponesse di raccontare il capolavoro di Dante, nell’anno in cui si celebra il suo 700° anniversario dalla morte, offrendo una chiave originale per coinvolgere il pubblico nella scoperta attiva dell’universo della Divina Commedia.
A Matteo Cellini, abbiamo chiesto perché la scelta è ricaduta proprio sul codice aragonese.
Prima di tutto, risponde, perché lui e i suoi colleghi sono rimasti letteralmente “folgorati” dalla bellezza delle miniature di questo manoscritto dai colori così vividi e brillanti, dalla loro freschezza e, al contempo, delicatezza e immediatezza tanto da farle apparire quasi dei fumetti ante litteram. Quindi è stata una scelta scaturita, innanzitutto, dall’amore.
E come dargli torto, questi disegni, che poi si allontanano nettamente dal comune immaginario della Commedia più legato al gusto ottocentesco delle illustrazioni in bianco e nero di Gustave Doré, incantano e rapiscono chiunque.
Tra l’altro il Paradiso, nel manoscritto Yates Thompson, è illustrato in maniera eccezionale visto che possiede ben 58 miniature, cioè più della metà di quelle presenti in tutto il codice. Nessun altro regno è così fortemente rappresentato. Si tratta di una circostanza del tutto particolare, poco frequente, poiché solitamente l’Inferno e il Purgatorio sono i canti con una maggiore e migliore abbondanza di immagini. Il Paradiso è, di gran lunga, la cantica con un repertorio minore e più limitato, per cui questo manoscritto diventa ancora una volta un’eccezione nell’insieme dei codici danteschi. Alla vena più corrusca e drammatica del maestro dell’Inferno e del Purgatorio si contrappone il nitore azzurrino dei cieli di Giovanni di Paolo, la struggente bellezza dei suoi paesaggi, ispirati alla campagna toscana, e la presenza unificante, nella maggior parte delle miniature, delle figure appaiate di Dante e Beatrice.
In secondo luogo, la scelta è ricaduta sul codice Yates Thompson, ci confida Matteo, per una questione più pratica, perché il manoscritto è già stato integralmente digitalizzato dalla British Library di Londra. E lo si può consultare qui: The British Library MS Viewer (bl.uk)
L’exhibit è caratterizzato da una forte componente interattiva e spettacolarizzante, in grado di coinvolgere ogni tipo di pubblico in maniera immersiva, ludica, semplice e intuitiva nell’esplorazione dei personaggi, dei luoghi e dei temi della Commedia. Attraverso un touchscreen un visitatore potrà fare emergere da un libro digitale gli elementi di ogni miniatura che andranno a comporre un affresco quasi tridimensionale che potrà essere esplorato interattivamente, per approfondirne i dettagli o soffermarsi su particolari figure.
Parallelamente, la visione di questo viaggio per immagini ed animazioni sarà amplificata in senso spettacolare mediante una grande proiezione frontale, per cui l’esplorazione interattiva e dinamica attraverso il touchscreen, diverrà un grande affresco in movimento.
Questa proiezione, dotata di un forte effetto di teatralizzazione scenografica, insieme ad un audio suggestivo, potrà coinvolgere nel racconto gli altri visitatori presenti. Così come la navigazione interattiva anche i testi, saranno semplici ed accessibili, redatti in più lingue, sintetici ma esaustivi, comprenderanno alcune informazioni generali ed introduttive oltre ad approfondimenti attivabili nel momento in cui, durante l’esplorazione interattiva, ci si soffermi su particolari personaggi. In questo modo sarà possibile leggere il codice Yates Thompson a più livelli e si offrirà allo spettatore un percorso interpretativo che si muoverà tra il testo dantesco e le miniature che ne amplificano la risonanza poetica.
“COMEDIA”, il progetto di CAMERANEBBIA, sviluppato in questi tempi cosi particolari, è destinato a mostre temporanee, istituzioni museali, biblioteche, istituti italiani di cultura all’estero a scopo didattico ed educativo.
Noi siamo già suoi grandi fan e ci auguriamo di poterlo presto ammirare e visionare non solo dal computer di casa ma all’interno di importanti spazi espositivi, magari a supporto e a corredo di un prestigioso allestimento museale, per viaggiare in compagnia di Dante dalla selva oscura dell’Inferno fino ai cieli azzurri e limpidi del Paradiso.
Nel frattempo, immergetevi nell’Inferno dantesco attraverso questa piccola preview: si tratta di una pagina web con cui avrete l’opportunità di essere traghettati dentro l’opera grazie alle illustrazioni del “Maestro della Commedia” e al genio creativo di CAMERANEBBIA con grande fluidità e naturalezza, semplicemente muovendo il vostro mouse:
Potete seguire i progetti di Cameranebbia anche su Instagram:
COMEDIA – Dante’s Journey (@20comedia21) • Foto e video di Instagram
A cura di Laura Gramantieri con il prezioso contributo di Matteo Cellini, CEO di CAMERANEBBIA
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