Antonio Trentanove (1740 ca.-1812), scultore di origine riminese e di lingua neoclassica, è famoso soprattutto per gli splendidi bassorilievi in stucco con cui ha decorato i più celebri palazzi faentini. A Palazzo Milzetti, per esempio, dove lavora alle direttive di Felice Giani, l’artista è stato capace di tradurre con straordinaria maestria e sensibilità i progetti grafici dell’impetuoso e creativo pittore.
Non tutti però sanno che Antonio Trentanove ha lavorato anche a Ravenna, nella chiesa oggi sconsacrata di San Domenico, all’inizio di via Cavour. La chiesa, di origine duecentesca, era stata completamente riammodernata e quasi del tutto ricostruita all’inizio del Settecento e, nel 1794, i padri domenicani decisero di commissionare il rinnovamento dell’altare del santo a Camillo Morigia, l’architetto della tomba di Dante. Se la pala d’altare con la Madonna del Rosario e san Domenico fu affidata al famoso pittore bolognese Gaetano Gandolfi, la sommità dell’altare fu completata proprio da Antonio Trentanove con la Gloria di santa Caterina, scultura che colpisce per la qualità del rilievo e l’elegante bellezza degli efebici angeli che la affiancano.
Post a cura di Marcella Culatti