Ravenna, Comacchio e Cervia, tre località accomunate dallo stesso minimo comune denominatore: l’acqua.
Si tratta di territori fragili e mutevoli in balìa del mare, dei fiumi e del clima. Il mare, che si è ritirato progressivamente nel corso dei secoli verso Est, a causa dei sedimenti depositati dal Po e dai suoi tanti affluenti, oggi, invece, tende ad avanzare pericolosamente.
Gli abitanti di questi territori sono da sempre navigatori, pescatori, cacciatori e salinari.
Non sarà un caso che proprio a Ravenna sia nata la più antica corporazione di pescatori d’Italia e d’Europa, attestata già dal X secolo, la “Schola Piscatorum” o Casa Matha, patrocinata nei secoli da potenti famiglie del territorio.
Ravennati, Comacchiesi e Cervesi hanno imparato, nella loro storia, a convivere con l’acqua dolce, salmastra e salata, a conoscere il significato delle piene dei fiumi e l’alterazione chimica delle acque, che può avere come conseguenza la scomparsa totale della fauna lagunare e una pericolosa degradazione delle condizioni igieniche dell’habitat umano.
Pensiamo a Comacchio, costruita su 13 isole, attraversata da canali, costituita, geograficamente parlando, da una immensa distesa d’acqua, le Valli, dall’equilibrio idrico instabile, fragilissimo e capaci, in qualsiasi momento, di trasformarsi in acqua inondante.
Un’intimità profonda si crea tra la Valle e i suoi abitanti che ne conoscono gli angoli più reconditi ed i misteri e che per secoli hanno sopportato la lunga reclusione nei “casoni” vallivi, circondati dalla distesa brumosa e grigiastra dell’acqua senza fine. È un’intesa tra l’uomo e la materia che, adattando l’uno al ritmo dell’altra, arriva ad una forma di vera simbiosi.
Siamo all’interno del Parco Regionale del Delta Po emiliano romagnolo, istituito nel 1988, Comacchio si trova proprio al centro e per questo la si considera un po’ la “capitale” del Parco. Esso si estende per quasi 60 mila ettari tra il Po di Goro a Nord, che passa per Mesola, e arriva a Sud sino alle Saline di Cervia.
Il vero simbolo di Comacchio sono proprio le sue Valli: un ambiente naturale di straordinario interesse sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista economico, difatti vi si pratica ancora oggi la pesca, in particolare dell’anguilla, altro simbolo di Comacchio.
Le Valli di Comacchio sono nate in epoca alto medievale a causa dell’abbassamento del suolo (subsidenza) e dell’impaludamento dei territori compresi tra i due rami storici del Po, Primaro a Sud e Volano a Nord. A partire del XVI secolo vennero infiltrate progressivamente dall’acqua marina dell’Adriatico e questo fenomeno comportò la loro trasformazione, che permane tutt’ora, in valli salmastre. Il terreno è argilloso e la profondità va da pochi centimetri a 2 metri.
Si tratta di uno degli ambienti più ricchi, dal punto di vista biologico, e più produttivi esistenti sulla terra. La ricchezza di questi ambienti è dovuta alla bassa profondità delle acque che si riscaldano più velocemente rispetto a quelle del mare, inoltre, la luce del sole riesce ad attraversare tutta la colonna d’acqua raggiungendo il fondale con l’intero spettro luminoso dell’arcobaleno. Questi due fattori favoriscono la crescita degli organismi di tipo vegetale come alghe e piante. La presenza di molti organismi vegetali innesca tutta una serie di catene alimentari fondamentali. Questo implica tanto pesce ma anche tanti uccelli.
Comacchio rientra, infatti, nella Convenzione di Ramsar perché ospita più di 380 specie di uccelli (vale a dire circa il 70% dell’avifauna europea) che arrivano qui a nidificare o a svernare data la posizione strategica del Delta collocato a metà strada tra le rotte che vanno dal Polo Nord all’Equatore.
Oggi, le Valli di Comacchio, il comprensorio acquitrinoso a Sud della città, sono costituite da 4 valli principali (Valle Fattibello, Lido di Magnavacca, Fossa di Porto e Valle Campo) e da una serie di valli minori tra loro separate da argini.
All’interno di Valle Fattibello si trovano le Saline. Data la natura argillosa del terreno, nei periodi di grande siccità, quando l’acqua evapora, i cristalli di cloruro di sodio non sprofondano ma sono pronti per essere raccolti. Si tratta del famoso “oro bianco”, da sempre, insieme al pesce, uno dei pilastri dell’economia di Comacchio. Sebbene oggi il sale non venga più raccolto se non a scopo didattico, la Salina, insieme alle Valli, resta uno degli ambienti più affascinanti di Comacchio, luogo di nidificazione di numerose specie di uccelli acquatici, tra i quali il fenicottero.