Le donne di Ravenna
Marianna nacque a Ravenna il 9 novembre 1802, dal conte Pietro Bacinetti e dalla contessa Laura Rossi di Lugo (sorella di quella Cornelia Barbara Rossi Martinetti che fu una delle ispiratrici delle Grazie del Foscolo), al numero 38 di quella che un tempo era la via dei Santi Giovanni e Paolo, oggi via D’Azeglio.
Marianna viene spesso ricordata nelle cronache per la sua conclamata bellezza ma la giovane non era solo avvenente, era dotata di una spiccata intelligenza e di un non comune senso critico. Terminati gli studi, nel 1819 sposò il marchese Ettore Florenzi. Il matrimonio fu celebrato dall’Arcivescovo di Ravenna Codronchi nella Cappella di Sant’Andrea nel palazzo Arcivescovile. Subito dopo le nozze, Marianna e il marito si trasferirono a Perugia nel palazzo di famiglia Alfani Florenzi.
Marianna Bacinetti Florenzi fu un’intellettuale di primo piano: il suo impegno culturale destò l’ammirazione di eminenti intellettuali italiani ed europei. Dedita principalmente agli studi letterari, alla lettura e al commento di opere filosofiche, Marianna studiò anche scienze naturali all’Università di Perugia, mostrando un grande interesse per la botanica.
A Roma nel 1821, durante un ballo in maschera, conobbe Ludwig I di Wittelsbach, futuro re di Baviera, grande appassionato di arte, musica e poesia. Fra i due nacque una profonda e duratura amicizia. A testimoniare questo rapporto, migliaia di lettere che i due si scambiarono negli anni e il ritratto di Marianna che il re commissionò al pittore di corte per la sua personalissima galleria.
Grazie alla assidua frequentazione con Ludwig, Marianna imparò perfettamente la lingua tedesca tanto da tradurre in italiano importanti opere filosofiche di Leibniz e di Schelling e promosse la diffusione in Italia delle opere di Kant e Spinoza.
Dopo la morte del marito, nel 1833, iniziò un nuovo capitolo nella vita di Marianna, che trovò nelle sue risorse mentali la forza per combattere una battaglia per la pari dignità intellettuale della donna impegnandosi nello studio della filosofia. Corrispondeva ed era tenuta in grande considerazione dai filosofi più celebrati dell’epoca: Rosmini, Gioberti, Mamiani. A causa della sua politica liberale fu malvista dal governo papale, che vietò la pubblicazione dei suoi scritti.
Ardente mazziniana partecipò ai moti del 1831 ospitando diversi patrioti nella sua villa, detta “La Colombella” – oggi proprietà dell’Università per Stranieri di Perugia, che divenne un importante ritrovo per liberali, ma anche per scrittori e studiosi.
Marianna si risposò il 7 maggio 1836 con l’inglese Evelyn Waddington, figura di rilievo del Risorgimento in Umbria e in seguito sindaco di Perugia.
Nel 1865 fu l’unica donna ammessa all’Accademia delle scienze morali e politiche di Napoli.
Marianna morì a Firenze il 15 aprile 1870. Dopo la morte, la figura di Marianna Bacinetti dovette la sua rivalutazione, nell’ambito della filosofia, al filosofo e politico Giovanni Gentile.
Nelle foto: Palazzo Bacinetti, Ravenna © L. Gramantieri